Non autosufficienza: cos’è e come funziona la Prestazione Universale

Non autosufficienza | Previdenza e fisco | Servizi TV

04/04/2025



Destinata ad anziani non autosufficienti gravissimi di almeno 80 anni. L’Inps ha pubblicato le indicazioni per richiederla e le informazioni per eventualmente rinunciarvi

Sono arrivate nelle scorse settimane dall’INPS nuove comunicazioni con le indicazioni per richiedere la Prestazione Universale, la nuova forma di contributo per la non autosufficienza degli anziani in vigore in forma sperimentale nel 2025 e nel 2026. La novità più importante, che risponde anche una precisa richiesta fatta dai sindacati dei pensionati al Governo, è che un richiedente può fare rinuncia se – alla fine – non gli conviene. Abbiamo affrontato il tema anche con un servizio su TV7 BOX andato in onda il 2 e 3 aprile, con le interviste a Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto, e Francesco Bisognano, coordinatore del Dipartimento Previdenza del sindacato.

LA PRESTAZIONE UNIVERSALE IN SINTESI

La Prestazione Universale è una prestazione assistenziale introdotta con uno dei provvedimenti attuativi della Legge Delega Anziani: è destinata ad anziani non autosufficienti di almeno 80 anni con un bisogno assistenziale gravissimo, già titolari di indennità di accompagnamento e un Isee sociosanitario fino a 6mila euro. All’indennità di accompagnamento (531,76 euro) viene aggiunto un “Assegno di assistenza” di 850 euro, portando quindi la Prestazione Universale a complessivamente 1.381,76 euro.

Nelle indicazioni operative date in queste settimane dall’INPS è confermato che la Prestazione Universale è incompatibile con eventuali altre forme di contributi per non autosufficienti gravissimi, erogati a livello regionale o locale. Ma viene anche chiarito che una persona può rinunciare alla Prestazione Universale, anche dopo averla richiesta. E viene dato un po’ di tempo per aggiornare l’Isee, dato che per la pratica serve quello sociosanitario.

LA NOSTRA VALUTAZIONE

Se consideriamo che l’INPS eroga l’indennità di accompagnamento a 1,8 milioni di persone, e che la Prestazione Universale è destinata al massimo a 25mila ultra ottantenni, intanto per due anni, è chiaro che si tratta di un contributo utile sì ma solo per chi lo riceve. Di certo non è risolutivo per superare le difficoltà della gestione della non autosufficienza.