Non autosufficienza
11/06/2024
Il provvedimento è stato oggetto di un incontro formativo il 5 giugno organizzato dalla Fnp insieme alle Fp del Veneto
Il 5 giugno si è tenuta una giornata di formazione per la Fnp e la Fp del Veneto su due temi: la sperimentazione del finanziamento a budget dei centri servizi, con le impegnative "aggiuntive" per i disturbi comportamentali/Alzheimer, prevista dalla DGR 465/2024, e un punto della situazione sulla riforma degli Ambiti Territoriali Sociali (ATS). In quell’occasione, come Fnp abbiamo portato un aggiornamento dell’analisi che avevamo già fatto sul provvedimento quando era passato in Quinta Commissione con qualche modifica, e di cui abbiamo parlato nell’articolo a questo link.
COSA DICE LA DGR E L’INTRODUZIONE DEL CONCETTO DI CASE MIX ASSISTENZIALE
Dalla Quinta Commissione del 18 aprile siamo arrivati alla Dgr 465/2024 del 2 maggio “Attivazione della sperimentazione per il finanziamento a budget delle presenze degli enti gestori di centri di servizio per persone di norma anziane non autosufficienti e valorizzazione del case mix”.
Questo lunghissimo titolo significa, in sintesi, che si introduce per l’accesso ai centri servizi anziani il concetto di case-mix assistenziale, dividendo i bisogni assistenziali in tre aree: Area 1 – Fabbisogno Socio Sanitario, Area 2 – Elevato fabbisogno sanitario (allettati o malati terminali), Area 3 – Disturbi Comportamentali (es. Alzheimer). Nelle 3 nuove aree confluiscono i 17 profili SVAMA che conosciamo.
Inoltre, per l’Area 3 vengono stanziati in via sperimentale 60 milioni in tre anni per aumentare la quota sanitaria di 5,20 euro al giorno, portando l’impegnativa di residenzialità a 57,20 euro al giorno. Questa quota aggiuntiva potrà essere erogata solo ai pazienti che sono ricoverati in una struttura che avrà fatto un accordo preventivo di budget con l’Ulss di appartenenza, secondo un criterio quantitativo della percentuale dei profili SVAMA afferenti all’Area 3 presenti. La DGR fa avviare già dal 1° luglio 2024 (fino al 30 settembre) una “sperimentazione della sperimentazione” che coinvolgerà 3 strutture residenziali per ogni Ulss, quindi 27 in tutta la regione.
LA NOSTRA VALUTAZIONE
Anche se lo stanziare risorse aggiuntive è sempre una cosa positiva, non vediamo la benché minima possibilità di arrestare la tendenza di far pagare l’intero costo delle rette agli anziani non autosufficienti, perché le impegnative sono e saranno insufficienti rispetto ai posti accreditati.
In questo provvedimento, invece, vengono introdotti dei nuovi elementi di criticità. In particolare abbiamo riscontrato delle disomogeneità difficilmente comprensibili nella distribuzione fra le nove Ulss dei 20 milioni all’anno da qui ai prossimi tre anni.
Inoltre, di fronte alla necessità di potenziare la risposta assistenziale a favore delle persone affette da sindromi demenziali, la cui incidenza è in costante aumento, ci allarma la soppressione delle SAPA a partire dal 2025, che sono state l’unica risposta dedicata e realizzata all’interno del sistema sociosanitario in oltre vent’anni.
Ci rende perplessi, poi, un provvedimento che sembra un altro contributo economico ai soggetti gestori di Centri Servizi, in maggioranza privati, che tuttavia dal 2022 si sono visti ridurre gli standard minimi del personale necessari al rilascio dell’accreditamento istituzionale, e nel frattempo si è passati a un’unica impegnativa di residenzialità da 52 euro rispetto alle due precedenti. Due interventi che hanno, rispettivamente, ridotto i costi delle strutture e aumentato le possibili entrate.