La parità di genere è un obiettivo che non ha età, e nella pratica è ancora lontano

Politiche di Genere

24/05/2024



Il 20 maggio il Coordinamento per le Politiche di genere ha promosso l’incontro “Un altro modello è possibile? Il ruolo delle donne in un futuro sostenibile”

In un contesto in continuo e rapido mutamento è necessario chiedersi quale sarà il ruolo delle donne e qualsia sia l’apporto necessario a sostenere, in un futuro prossimo, uno stato sociale in grado di reggere alle sfide che ci attendono. La denatalità, la scarsità di risorse, il declino del sistema sociosanitario non possono convivere con discriminazioni e disparità, che penalizzano la donna e la escludono spesso dalle importanti funzioni che è chiamata a svolgere. Da queste riflessioni ha preso le mosse il convegno “Un altro modello è possibile? Il ruolo delle donne in un futuro sostenibile”, organizzato il 20 maggio dal Coordinamento per le Politiche di genere della Fnp Veneto, con la partecipazione di Elisabetta Lamon, ricercatrice della Fondazione Nord Est, e di Lorenza Leonardi, vicepresidente Anteas nazionale ed entrambe nel direttivo AsVeSS - Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile.

GLI OSTACOLI ALLA PARITÀ DI GENERE

La dotto.ssa Lamon nella sua esposizione ha toccato tutti gli aspetti che rendono difficile oggi e anche nel futuro prossimo il raggiungimento sostanziale della parità di genere. Un fattore affatto secondario è la percezione che essa non sia così importante: in una ricerca condotta sulla valutazione dei 17 obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, la parità di genere è solo al 12esimo posto.

Eppure una donna in condizione di disparità sociale ed economica rappresenta uno svantaggio non solo per se stessa, ma per tutta la società. Un elemento determinante che penalizza le donne è certamente il lavoro domestico e di cura, cioè quell’impegno non pagato ma che “si deve fare” per garantire il funzionamento della famiglia: il confronto con i paesi europei è impietoso per l’Italia, che in questo senso è terz’ultima prima di Romania e Grecia. In Italia il tempo che le donne dedicano al lavoro domestico e alle attività di cura è di circa 4 ore e 40 minuti al giorno, mentre gli uomini dedicano 1 ora e 50 minuti al giorno.

Divario di genere nella vita quotidiana e divario di genere nella vita professionale determinano il rischio di una vecchiaia in povertà, cosa che le pensionate della Fnp non mancano di sottolineare. Ma non è impossibile, anzi è auspicabile, dare un’accelerata al cambiamento.

Il contributo della dott.ssa Lamon è riassunto nella presentazione video che si può vedere in questa pagina o direttamente a questo link.

GLI SPUNTI DAL DIBATTITO

Dal dibattito che è seguito alla relazione della ricercatrice ne è uscito un laboratorio di idee e considerazioni, dove non è mancato l’accento sulla strada percorsa per i diritti delle donne, con la consapevolezza che, mentre la parità formale è raggiunta, la parità sostanziale è ancora lontana. Da questo punto di vista, come pensionate appartenenti a una generazione che ha lottato molto per quella parità “formale”, c’è stato un momento di autocritica: non siamo state in grado di educare alla difesa delle conquiste fatte dalle donne, ma si può ancora rimediare.

Un tema molto sentito è valorizzare il lavoro “invisibile” delle donne, cosa che tocca diversi aspetti: si deve passare dall’idea di “conciliazione” alla “condivisione” della cura della famiglia, in cui è coinvolta anche la società che deve fornire servizi adeguati. Serve creare reti, alleanze, patti e sistemi di welfare che supportino le famiglie, facendo leva sulla negoziazione territoriale. E quindi serve anche una seria lotta all’evasione fiscale che toglie risorse soprattutto a quel welfare, che può essere di vero sostegno alle famiglie e, quindi, alle donne. Il fatto che una donna spesso si trovi ancora a scegliere tra lavoro e famiglia non è più ammissibile: in Italia il 71,8% delle donne con figli tra 0 e 3 anni decidono di lasciare il lavoro! Ma altre ricerche dicono che è proprio nelle famiglie dove entrambi lavorano che si fanno più facilmente figli.