Comunicati Stampa | Politiche di Genere
15/09/2023
Vicentina, 62 anni, molto attiva nella Cisl berica: «Le politiche di genere sono ancora legate alla questione femminile perché è la donna, ancora, a partire in una condizione di svantaggio»
Carla Campese, 62 anni di Vicenza, è la nuova coordinatrice regionale per le Politiche di genere della Fnp Veneto: la nomina arriva dal Consiglio generale del sindacato dei pensionati Cisl, che si è riunito oggi per la prima volta dopo la pausa estiva. Nata a Thiene nel 1961, ragioniera, dopo 10 anni in un'azienda metalmeccanica e una breve esperienza come delegata sindacale, Campese è approdata alla Cisl di Vicenza dove ha ricoperto diversi incarichi: responsabile dell'ufficio amministrazione, componente del CdA del Caf Cisl Vicenza, amministratrice unica di Cisl Vicenza Servizi e, nell’ultimo anno, coordinatrice per le Politiche di genere della Fnp Vicenza. Parallelamente è da sempre impegnata nel volontariato per diverse realtà associative: Caritas, Proloco, volontaria in biblioteca, piedibus, fino anche Iscos Veneto, l’associazione per la cooperazione internazionale sostenuta dalla Cisl. Nella vita privata, è sposata con due figli, e nonna di tre nipoti.
Campese, nel suo discorso di ringraziamento, ha ricordato con una battuta che «in realtà, ogni persona nella mia posizione vorrebbe che un giorno i coordinamenti di genere si sciogliessero. Vorrebbe dire che avremmo raggiunto la parità. Ma ancora non è così». Quando si parla di Politiche di genere, infatti, il pensiero va subito alla condizione della donna, perché essa ancora parte in una posizione di svantaggio, proprio solo in quanto donna». «C’è ancora molto da fare – ha aggiunto Campese - per creare una cultura diffusa che liberi la donna da troppi carichi, soprattutto familiari quando è figlia, o moglie, o madre o anche nonna. Il lavoro di cura, infatti, quasi naturalmente “scaricato” sulle spalle delle donne è la prima causa di carriere discontinue, retribuzioni basse e, in un domani che noi della Fnp conosciamo bene, pensioni insufficienti per una vita dignitosa». L’occupazione femminile, con livelli bassi e anche di bassa qualità, è una grande preoccupazione che ne genera altre, tuttavia la “questione femminile” è molto più ampia e investe l’intera società. Ricorda la nuova coordinatrice: «La mancata indipendenza economica è una condizione concreta di svantaggio, che favorisce altri problemi, ma ripeto: alla radice c’è un problema culturale che la società deve affrontare insieme, per arrivare anche a mettere fine a quegli episodi tremendi di violenza e femminicidi, che purtroppo riempiono le cronache ma che hanno radici più profonde. Cercheremo di fare proposte su questi temi, di tenere alta l’attenzione per non arretrare e se possibile progredire, lo dobbiamo a noi stesse ed alle future generazioni».