“La parola alla cultura. Parlare per salvare”, evento organizzato da Cisl in collaborazione con il Comune di Belluno

Belluno | Treviso

26/11/2024



L’amministrazione ha promosso un evento di tipo testimoniale in occasione del 25 novembre. Tra le relatrici Emma Parisotto, coordinatrice per le Politiche di genere della Fnp Belluno Treviso

Rompere il silenzio è primo passo per spezzare il ciclo di violenza. Ne è convinta la Cisl Belluno Treviso, che nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne organizza, con il suo Coordinamento per le Politiche di genere, in collaborazione con il Comune di Belluno - Assessorato alla Cultura, l’evento dal titolo: “La parola alla cultura. Parlare per salvare”.

L’iniziativa si è tenuta nella Biblioteca Civica di Belluno nella serata del 25 novembre e ha dato voce a quattro donne di generazioni, estrazione sociale e professione differenti. Esse hanno raccontato il loro percorso di vita e di emancipazione, intermezzate dagli interventi musicali della Scuola Comunale di Musica A. Miari di Belluno e da alcune letture contro la violenza. Di rilievo anche l’intervento di una esponente della Compagnia dei Carabinieri di Belluno che ha fornito informazioni fondamentali per capire come comportarsi e a chi rivolgersi se si è vittima di violenza o stalking. L'incontro è stato aperto dal segretario generale della Cisl Belluno Treviso Francesco Orrù e dall'assessore alla Cultura del Comune di Belluno Raffaele Addamiano.

«Combattere la violenza di genere non è una responsabilità solo delle vittime o delle istituzioni, ma di tutti noi”, sottolinea la segretaria della Cisl Belluno Treviso Roberta Barbieri. “La battaglia - prosegue Barbieri - va fatta certamente sul piano legislativo, ma non solo: il cambiamento vero deve partire dalla cultura e dalla educazione, perché la violenza sulle donne che oggi miete cento vittime ogni anno ha profonde radici culturali che si alimentano di stereotipi e parole inappropriate, di un linguaggio sessista che sentiamo ogni giorno, di battute, pregiudizi e modelli educativi che perpetuano la subordinazione femminile. Per questo il 25 novembre intendiamo dare voce alle donne, perché ogni testimonianza, ogni denuncia, ogni voce che rompe il silenzio è un faro di speranza per chi vive ancora nell’ombra della paura: ogni donna che parla può salvare un’altra donna, indicarle una vita d’uscita. Allo stesso modo, l’impegno costante di un’organizzazione sindacale come la Cisl nella formazione e nella sensibilizzazione nei luoghi di lavoro, nella promozione di una contrattazione che sostenga il welfare familiare, l’armonizzazione fra vita e lavoro, la genitorialità, la parità salariale è un passo in avanti verso l’obiettivo della equità di genere».