Padova | Rovigo
02/05/2024
Al Consiglio generale del 19 aprile della Fnp Padova Rovigo il tema centrale è stata la situazione dei servizi offerti dalle Ulss 5 e Ulss 6 in relazione anche alle nuove normative dettate dal PNRR
Una sanità pubblica sempre meno attenta ai bisogni dei cittadini e
una tanto attesa legge sulla non autosufficienza ben lungi dal rispettare le
aspettative. È il quadro emerso dal Consiglio generale della Fnp Cisl Padova
Rovigo tenuto il 19 aprile all’hotel Petrarca di Montegrotto, e al quale
TV7 BOX ha dedicato un servizio che potete rivedere in questa pagina.
LA CRISI DELLA SANITÀ
Il segretario generale Giulio Fortuni ha introdotto l’argomento elencando gli
elementi che caratterizzano la crisi della sanità: «Prestazioni bloccate,
con 72.000 galleggiamenti a Padova e 18.000 a Rovigo e un massiccio ricorso
alla sanità privata per chi può permetterselo, richieste aumentate del 12%, carenza
di personale, lavoro sanitario sempre meno appetibile, soprattutto nel
pubblico, sia per medici che per infermieri e oss, carenza di medici di
famiglia, di programmazione, di finanziamenti. In Italia la spesa sanitaria è
pari al 6,2% del Pil, con una spesa pro capite di 3.250 euro a persona contro
una media europea di 4.150, che ci colloca al 16esimo posto in Europa. I tagli
hanno comportato il blocco delle assunzioni, la carenza di dotazioni
tecnologiche e i tagli ai posti letto. In questo quadro sembra venire meno
l’art. 32 della Costituzione sul diritto alla salite e la legge 833 firmata da
Tina Anselmi che ha sancito al diritto alla cura». Non va meglio per la non
autosufficienza. Sul piano economico, per effetto della crisi energetica le
tariffe delle case di riposo sono aumentate e hanno superato i 2mila euro al
mese. Nelle nostre due Ulss mancano oltre 1.200 impegnative di cura. La
Regione promette di incrementare gli investimenti. Cresce l’utenza dei non
autosufficienti. In provincia di Rovigo gli ultra65enni sono il 27% della
popolazione e il Comune di Padova detiene il record regionale per numero di
ultraottantenni.
LA SITUAZIONE DI ULSS 5 POLESANA E
ULSS 6 EUGANEA
La situazione socio-sanitaria delle Ulss 5 e Ulss 6 è stata
quindi illustrata dalla segretaria territoriale della Cisl Padova Rovigo
Stefania Botton: «Tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni –
ha esordito – hanno tagliato sulla sanità in genere e sui posti letto negli
ospedali. La Cisl Padova Rovigo, a livello territoriale, ha cercato di
dare supporto alle nostre federazioni regionali che hanno combattuto per la
possibilità di un confronto. Nel 2023 abbiamo organizzato una serie di
manifestazioni per avere dei tavoli regionali che poi sono stati aperti.
Sul territorio, il dialogo con le due Ulss ha prodotto risultati differenti per
provincia. Abbiamo firmato un protocollo nel novembre 2022 con l’Ulss 5 che
prevedeva incontri almeno trimestrali per affrontare le tematiche attuali; due
protocolli, nel gennaio 2020 e nel maggio 2022, con l’Ulss 6. Con l’Ulss5 il
confronto ha subito una battuta d’arresto con la precedente direzione, ma è
stato positivo per la realizzazione dei piani di zona. Non solo siamo
stati presenti nella loro costruzione, ma ci stiamo incontrando frequentemente
per monitorare la situazione e per creare una rete sul territorio anche con il
terzo settore. Per quanto riguarda l’Ulss6 c’è stato in questi anni un continuo
confronto. Dopo la pandemia, quando sono emersi i nuovi bisogni, è stato
sottoscritto un protocollo per la calendarizzazione degli incontri sulle nuove
tematiche. Ci siamo purtroppo scontrati con le criticità del momento: la
carenza di medici, infermieri, oss, medici di medicina generale e pediatri di
libera scelta. Ci siamo concentrati anche sul monitoraggio della messa a
terra del Pnrr, alle missione 6, che prevede la realizzazione di strutture
di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza
sanitaria territoriale. L’obiettivo è quello di aiutare le persone a
rimanere il più possibile nelle proprie case».
IL PUNTO SULLE LEGGE DELEGA ANZIANI E
LA NON AUTOSUFFICIENZA
Il punto sulla legge sulla non autosufficienza e sul decreto
29/2024 è stato fatto dal segretario generale della Fnp Cisl Veneto Ivano
Cavallin, iniziando con alcuni dati: in Veneto vivono un milione 168mila
over65, pari al 24,1% della popolazione, che nel 2050 sarà il 34,4%. Gli over75
sono 607, pari al 12,5%, gli aver80 sono 375.500, gli ultracentenari più di
1.700. «Come sindacato – ha detto Cavallin – ci preoccupa il fenomeno della solitudine,
perché una persona sola è più fragile. Dopo gli 85 anni, su dieci anziani, solo
1,3 è autonomo. La legge sulla non autosufficienza doveva dare una risposta a
un bisogno sempre più sentito. Serve anche una legge quadro sui caregiver,
che per l’80% sono donne. L’Emilia Romagna l’ha fatta. In Veneto viene dato un
minimo riconoscimento economico. Bisognerebbe invece dare un sollievo e un
sostegno. L’indennità di accompagnamento va implementata, l’assistenza
domiciliare integrata va incrementata. Per quanto riguarda la non
autosufficienza gestita in strutture, abbiamo una presenza molto più bassa
degli altri Paesi, per motivi di costi. C’è da chiedersi: perché su questo
aspetto questo Paese non ha una programmazione? I bisogni crescono. Ci sono
20 argomenti della legge 33 sulla non autosufficienza che il decreto 29 non ha
affrontato. Ci sono i rimandi. Ci abbiamo messo tanto impegno perché questa
legge entrasse nella vita delle persone, ma è cambiato ben poco. Noi su questi
rimandi ci lavoreremo, puntando anche sul ruolo del volontariato e del terzo
settore, con l’Anteas innanzitutto, con la quale abbiamo già avviato
un’iniziativa, in un rapporto sinergico che può portare dei risultati ottimi».