Comunicati Stampa | Non autosufficienza
09/07/2024
Il commento della Fnp Veneto all’iniziativa che vede insieme gli assessorati Sanità e sociale e Lavoro e formazione con 61,5 milioni di euro da destinare alle famiglie interessate
La Regione attinge alla programmazione PR Veneto FSE Plus
2021-2027 per recuperare circa 61,5 milioni di euro da destinare alla gestione
della non autosufficienza degli anziani. È un progetto sperimentale, presentato in questi giorni, che vede l’inedita collaborazione degli assessorati regionali
alla Sanità e sociale e al Lavoro e formazione con l’obiettivo finale di
assegnare, tramite bando curato da Azienda Zero, 400 euro al mese per un anno a 12.500 anziani non autosufficienti,
5.200 assistiti a domicilio e 7.300 in struttura. «Attingere a risorse europee per potenziare la gestione della non
autosufficienza degli anziani, sostenuta per la massima parte in modo autonomo
dalle famiglie, è una novità interessante», commenta Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto, «ma non possiamo non rilevare due
criticità di partenza: 12.500 destinatari rappresentano nemmeno il 4% degli anziani non
autosufficienti in Veneto. E per come viene descritto il bando, si
configura un contributo “su richiesta”: il timore è che molti interessati nemmeno vengano a conoscenza dell’opportunità,
dato che proprio i nuclei più fragili sono quelli più in difficoltà ad accedere
alle agevolazioni, e che sul sito della
programmazione 2021-2027 si individuano come periodo per le domande i mesi “vacanzieri”
di luglio e agosto».
Il PR Veneto FSE
Plus 2021-2027 e la non autosufficienza degli anziani
La programmazione regionale FSE Plus 2021-2027 ha una
dotazione generale di 1 miliardo di euro per, si legge sul sito ufficiale, “incidere
sul sistema economico e sociale del Veneto, al fine di aumentare la capacità
della nostra regione di competere e di includere le fragilità” e raggiungere
gli obiettivi dell’Agenda 2030. I 61,5 milioni da destinare gli anziani non
autosufficienti hanno l’obiettivo specifico di, si legge ancora, “migliorare l'accesso paritario e tempestivo a servizi
di qualità, sostenibili e a prezzi accessibili, compresi i servizi che
promuovono l'accesso agli alloggi e all'assistenza incentrata sulla persona,
anche in ambito sanitario; modernizzare i sistemi di protezione sociale, anche
promuovendo l'accesso alla protezione sociale, prestando particolare attenzione
ai minori e ai gruppi svantaggiati”.
Il contributo economico, è stato detto dalla Regione, sarà
assegnato con bando preparato da Azienda Zero e con il supporto delle Ulss come
“front office”. Per partecipare, i requisiti sono una valutazione SVAMA (Scheda per la Valutazione Multidimensionale
dell'Adulto e dell'Anziano) con punteggio non
inferiore a 70 punti e Isee sociosanitario inferiore a 40.000 euro.
Verranno quindi erogati 400 euro al mese per un anno che, nel caso dei servizi
a domicilio, potranno essere utilizzati per supportare le attività della vita
quotidiana sia che l’anziano abiti da solo o in co-housing. Nel caso dei
servizi in struttura il contributo sosterrà, dice la Regione, “le prestazioni
di residenzialità sociosanitaria per la parte di assistenza tutelare ed
alberghiera”.
Una
sperimentazione con numeri troppo piccoli
In Veneto, dati dell’ultima Relazione sociosanitaria della
Regione, gli anziani non autosufficienti
sono 328.045, di cui circa 31.400 assistiti in struttura (tanti sono i
posti letto effettivi nei centri servizi anziani), e per la massima parte
assistiti in casa da familiari o da badanti. «È evidente che questa iniziativa va a incidere su un numero
limitatissimo di anziani non autosufficienti», conclude Cupani, «in un’ottica di sperimentazione ci può
stare. Ma dalla Regione ci aspettiamo
uno sforzo maggiore e una visione di insieme, affinché la condizione di non
autosufficienza di un anziano, che aumenterà statisticamente con
l’invecchiamento della popolazione ma a volte può verificarsi in modo
improvviso, sia meno impattante per le famiglie. Sono cose che ci richiede anche
il PNRR con la Legge Delega Anziani».