Negoziazione Sociale | Servizi TV
13/07/2023
Ospiti dalla Fnp Vicenza Mario Siviero, segretario generale, ed Eleonora Sandini, operatrice
Che si chiami contrattazione, negoziazione o semplicemente accordi sociali, il confronto del sindacato con gli enti locali per migliorare i servizi alla cittadinanza è un’attività di primaria importanza. Attività, peraltro, portata avanti in particolar modo dalle sigle dei pensionati nel territorio. Tuttavia, è tempo anche per la contrattazione sociale di rinnovare metodi e strumenti, proprio per raggiungere meglio il suo obiettivo principale: trovare soluzioni concrete e praticabili nel territorio per portare fuori dalla marginalità le persone in condizione di bisogno, evitare che altre ci cadano e in generale promuovere progetti che sviluppino il benessere collettivo. In questa puntata, andata in onda l’8 luglio e che qui potete rivedere, il segretario generale della Fnp Vicenza Mario Siviero e l’operatrice Eleonora Sandini illustrano, quindi, come può cambiare, in meglio.
COS’È LA CONTRATTAZIONE SOCIALE OGGI
La contrattazione sociale è il dialogo che il sindacato attiva con le istituzioni del territorio (Comuni, associazioni di Comuni, province, Ulss, Case di riposo, enti gestori di servizi...) per concordare, monitorare e migliorare tutti quei servizi che hanno un impatto sociale, a favore soprattutto delle fasce più deboli della popolazione: anziani, disabili, disoccupati, giovani, non autosufficienti, famiglie.
Una delle limitazioni che si possono ravvisare parte, forse, dal nome: la contrattazione presuppone il confronto tra due parti contrapposte, mentre nel sociale l’obiettivo da perseguire è comune a tutti quelli che si siedono al tavolo, e cioè il benessere collettivo. Da un punto di vista pratico, il dialogo “Comune per Comune” si riduce spesso alla discussione del solo bilancio, per vedere dove ci sono spazi di manovra per spostare più risorse sul sociale. E non bisogna dimentica che la maggior parte dei Comuni è di piccola dimensione con disponibilità relativa di risorse.
QUALE VISIONE PER IL FUTURO
Una nuova visione della contrattazione sociale, vista come un percorso di accompagnamento, può poggiare su 3 pilastri.
- Più formazione: quando si parla di sociale è necessaria una profonda conoscenza delle normative, leggi, regolamenti e burocrazia.
- Costruire relazioni: è necessario relazionarsi anche con il mondo del Terzo Settore e dell’associazionismo che tutti i giorni si occupa di sociale.
- Allargare il campo: la visione comunale può diventare ristretta quando si affrontano esigenze diffuse. Per questo può essere più funzionale avviare confronti costruttivi per ATS (Ambiti territoriali sociali) e distretti.
FUTURO MOLTO PROSSIMO: PNRR
Dei 222,1 miliardi complessivi tra PNRR e fondi propri dello Stato, 87,4 sono destinati agli enti locali in larga misura per progetti di inclusione sociale e superamento delle fragilità (missione 5, agli enti locali vanno 20,5 dei 22,4 miliardi previsti), e per il rafforzamento della sanità territoriale (missione 6, agli enti locali vanno 14 dei 18,5 miliardi previsti).
La concretizzazione di questi investimenti sono da un lato il DDL Anziani (missione 5), dall’altro il DM77 (missione 6). Il DDL Anziani ha come obiettivo generale la tutela e la promozione del benessere psicofisico globale delle persone anziane, e dentro c’è tutto: dall’invecchiamento attivo alla gestione della non autosufficienza. Un ruolo essenziale viene dato agli ATS, Ambiti territoriali sociali. Il DM77, invece, riorganizza la sanità territoriale potenziando e rendendo centrale la dimensione distrettuale.
Ne abbiamo parlato diffusamente proprio in una recente puntata di “Parliamo di” con Tina Cupani e Marj Pallaro, segretarie generali rispettivamente di Fnp Veneto e Fp Veneto, che si può rivedere a questo link.
Il PNRR è strategico anche per le politiche di genere, perché uno degli obiettivi trasversali del Piano è proprio la parità di genere e, in generale, il superamento delle disuguaglianze (ne abbiamo parlato qui). In questo senso, anche nella contrattazione sociale si può parlare di gender pay gap (che è alla base anche del grande divario reddituale tra uomini e donne in pensione), di rientro dalla maternità al lavoro, di servizi per l’infanzia e di sostegno al lavoro di cura familiare.
VICENZA, VICENTINI E ANZIANI VICENTINI
Vicenza, con quasi 851mila abitanti, è la quarta provincia per popolazione in Veneto con un territorio che va dalla pianura alla montagna, con aree fortemente industrializzate, altre a vocazione agricola e altre – pensiamo all’Altopiano – di grande valore turistico. E Vicenza, come tutte le altre province venete, ha una presenza elevata di anziani: oltre 196mila, in maggioranza donne, che rappresentano il 23% della popolazione. Questa percentuale, tuttavia, la rende anche una delle province più giovani in regione. Da sottolineare, per tutto ciò che riguarda le fragilità, che gli over 85 sono oltre 30mila.
Ed è interessante notare come tuttavia, in proporzione, il peso percentuale degli anziani e, soprattutto, dei grandi anziani sia molto più elevato proprio in pedemontana e in montagna. E la gran parte dei grandi anziani vive da solo. Proprio per questo una delle attività di contrattazione sociale in cui la Fnp Vicenza è coinvolta in questo periodo è su Valdagno, con una interlocuzione che vede insieme Comune e la direzione di una RSA.
I pensionati vicentini sono oltre 227mila, con una leggera prevalenza di donne, 51% contro il 49% degli uomini. Il 73% (più di 166mila) è sotto € 2.000 lordi al mese, più della metà comunque (il 51%, 116mila) non arriva a € 1.500 lordi: nelle fasce più basse di reddito la componente femminile è più elevata.