Su TV7 parliamo del futuro delle case di riposo, oltre il Covid

Osservatori RSA | Servizi TV

25/03/2022



Ospite Giulio Fortuni, segretario generale Fnp Padova-Rovigo

Con la fine dello stato di emergenza alle porte, e con la consapevolezza che tuttavia la pandemia non è ancora superata del tutto, anche per le case di riposo è arrivato il momento di ragionare sul dopo Covid, o meglio: "oltre" il Covid. Questi due anni ci hanno impartito una serie di lezioni pesanti sui problemi delle strutture residenziali: si tratta di criticità presenti da prima, che in parte il PNRR potrà contribuire a risolvere. Ha approfondito il tema Giulio Fortuni, segretario generale Fnp Padova-Rovigo, nell'ultima puntata di "Parliamo di..." andata in onda il 19 marzo e che qui potete rivedere.

LE CASE DI RIPOSO IN VENETO OGGI

Le case di riposo sono state il luogo dove il Covid-19 ha colpito in modo più duro: il 35% dei decessi provocati dal virus in Veneto si è verificato nelle strutture residenziali per anziani. Ma sono state anche il luogo in cui la campagna vaccinale ha mostrato tutta la sua efficacia: la quarta ondata ha impattato anche le strutture residenziali, ma non è stata un dramma come l'inverno precedente. E l'adozione di abitudini igieniche più stringenti ha tutelato ulteriormente la salute.

Dei circa 31mila posti letto disponibili, oggi ne sono occupati circa 29mila: l'età media degli ospiti in Veneto era 85 anni nel 2019, 86 anni nel 2022. Il 36% ha bisogno di assistenza per alimentarsi, il 34% ha almeno due patologie croniche. Da sottolineare la disparità di offerta tra Veneto e l'Italia e il resto dei Paesi considerati dall'Ocse: la media Ocse, infatti, vede 47 posti in casa di riposo ogni 1.000 abitanti, la media italiana 19, la media veneta 8.

 I PROBLEMI E LE LEZIONI DEL COVID SULLE CASE DI RIPOSO IN PROSPETTIVA

Con l'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle cronicità, è necessario risolvere oggi i problemi delle case di riposo: gli over 80 in Veneto, fascia d'età in cui è più alto il rischio di sviluppare forme di non autosufficienza, passeranno dai 358mila di oggi ai 693mila nel 2050.

I sindacati chiedono da anni una riforma delle case di riposo e del loro accreditamento, perché i bisogni degli utenti si sono spostati sempre di più dal sociale al sanitario. La mancata risposta a queste sollecitazioni (riforma Ipab attesa da 20 anni in Veneto, legge accreditamento del 2002 diventata vecchia) è una delle origini del caos provocato dal Covid. L'obiettivo del sindacato è noto: le case di riposo, pubbliche e private, devono essere comprese nel sistema distrettuale delle Ulss, con una spinta anche sull'offerta semiresidenziale.

Un elemento che ha mostrato tutta la sua gravità durante la pandemia è la carenza di personale socio-sanitario, che ha pesato particolarmente sulle strutture residenziali poiché il Servizio sanitario nazionale ha attinto a piene mani da quel bacino di forza lavoro, data l'appetibilità maggiore delle condizioni contrattuali.

 APERTURA ALLE VISITE DEI FAMILIARI

L'8 marzo con una circolare del dg della Sanità veneta Luciano Flor la Regione ha ricordato alle Ulss che le case di riposo devono garantire quotidianamente l'accesso dei familiari (muniti di super green pass, con un tampone nelle 48 ore precedenti se la certificazione verde è a seguito di ciclo vaccinale primario), consentendo loro di "prestare assistenza quotidiana nel caso in cui la persona sia non autosufficiente". Si chiede anche alle Ulss di verificare l'applicazione delle direttive. Per i sindacati dei pensionati questo è un provvedimento importante: è del 4 marzo l'ultimo comunicato stampa unitario, fatto dopo aver ricevuto numerose segnalazioni di familiari disperati perché era per loro molto difficile se non impossibile fare visita ai loro cari.

PNRR, UTILE MA NON È LA PANACEA

Le missioni 5 "Inclusione e coesione" e 6 "Salute" hanno fra gli obiettivi migliorare i sistemi di protezione per le situazioni di fragilità, rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio.

Il contesto delle case di riposo così come lo abbiamo conosciuto (un "albergo"), anche con il lavoro della Commissione per la riforma della assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana voluta dal ministro Speranza, è messo in discussione a favore di una visione in cui esse siano l'ultimo stadio di un percorso che privilegia il mantenimento dell'anziano il più possibile in casa, o in forme di coabitazione protetta, finché l'eventuale sviluppo di forme di non autosufficienza non richiedano un vero e proprio ricovero.

Per rivedere la puntata in televisione, controllare gli orari e i canali delle repliche fino al 29 marzo nella grafica.