La Fnp Cisl Padova Rovigo punta sulla negoziazione sociale per riprogrammare il welfare sul territorio

Padova | Rovigo

18/10/2024



Il 17 ottobre si è tenuto un Consiglio generale tematico del sindacato, con la partecipazione anche della segretaria generale regionale Tina Cupani

In uno scenario demografico caratterizzato da una percentuale sempre più alta di anziani e da un indice sempre più basso di natalità, la negoziazione sociale è uno strumento indispensabile per programmare un welfare, un’assistenza e una fiscalità adeguate. Per accendere un faro su questo strumento, la Fnp Cisl Padova Rovigo ha deciso di dedicargli il consiglio generale del sindacato dei pensionati, svoltosi oggi e introdotto dalla relazione del segretario generale Giulio Fortuni: «L’attività di confronto tra le organizzazioni sindacali e le amministrazioni pubbliche – ha esordito – è uno degli assi portanti dell’azione del sindacato confederale unitario, che la attua in stretta collaborazione con le federazioni dei pensionati Spi, Fnp e Uilp. I nostri interlocutori, come enti locali, associazioni, Ulss ed Rsa, non rappresentano la “controparte”, com’è per il livello aziendale. L’approccio di tipo collaborativo è finalizzato alla coprogettazione dei servizi, dell’entità delle tariffe, dall’imposizione fiscale, ecc. E i beneficiari sono i cittadini».

FORMAZIONE: VALORE AGGIUNTO A UNA PRESENZA CAPILLARE

All’incontro ha partecipato anche la segretaria generale della Fnp Cisl Veneto Tina Cupani. «La Fnp ha una presenza capillare nel territorio – ha detto – per questo come struttura regionale investiamo sulla formazione dei dirigenti e operatori coinvolti nella negoziazione sociale. La formazione, anche grazie alla conoscenza approfondita del territorio, ci permette di trasformare tutti i bisogni intercettati in proposte ai Comuni e quindi in servizi che poi ritornano direttamente ai cittadini. Si tratta quindi di un supporto fondamentale. Formare serve a mettere i nostri sindacalisti nelle condizioni di operare al meglio ed essere più efficaci nel portare le proposte ai tavoli con i Comuni».

LE PROSPETTIVE DELLA NEGOZIAZIONE SOCIALE A PADOVA E A ROVIGO

Stiamo parlando di un territorio, come la provincia di Padova, dove l’indice di vecchiaia (cioè il rapporto tra gli over 65 e gli over 14) è passato dal 133,1 del 2022 al 194,2 del 2023, o come la provincia di Rovigo, passata dal 194,5 del 2002 al 263,6 del 2023. Nello stesso arco di tempo, l’indice di natalità (il numero medio di nascite per mille abitanti) è passato da 9,3 a 6,4 a Padova e da 6,8 a 5,1 a Rovigo. «Sul finire del secondo millennio – ha ricordato Fortunil’esigenza di dare voce ai bisogni sociali dei quali nessun attore si faceva interprete e l’acuirsi delle disuguaglianze hanno rafforzato la spinta al decentramento delle politiche sociali e alla valorizzazione, in una logica di sussidiarietà, delle risorse economiche e dell’intervento degli attori che partecipano alla produzione del welfare a livello locale. Il sindacato, in modo particolare la Cisl, ha colto questa occasione diventando un attore protagonista del welfare attraverso la negoziazione sociale territoriale di prossimità. Il confronto amplia la rappresentanza del sindacato a livello decentrato per allargarsi al territorio e alla promozione del benessere della popolazione, con particolare attenzione ai segmenti più vulnerabili. La realizzazione degli Ats apre un’ulteriore sfida: riordinare i servizi e renderli più omogeni più efficaci, intercettando le persone e le famiglie con i nuovi bisogni espressi e inespressi».

LA COLLABORAZIONE SINDACALE

Il sostegno della Cisl Padova Rovigo nell’affrontare questa nuova sfida, è stato assicurato dalla segretaria territoriale Paola Guidolin. «Tutta la nostra organizzazione, con il supporto della Fnp – ha detto – intende essere protagonista, in maniera sempre più incisiva, della riorganizzazione delle politiche sociali, investendo maggiormente nello strumento della negoziazione sociale, raccogliendo le istanze trasversali che arrivano da chi rappresentiamo sul territorio e contrastando l’arretramento, o peggio ancora la mancanza, dell’offerta territoriale dei servizi sociali, di welfare, di comunità. Lo faremo alimentando il dialogo sociale locale e sperimentando strategie innovative per influenzare le politiche pubbliche, verso una maggiore tutela soprattutto delle fasce più deboli della popolazione».